La fattoria delle idee a Copenhagen, il regno del biologico di Christian Puglisi The “idea farm” in Copenhagen, the organic kingdom of Christian Puglisi

In Danimarca, il Paese dall’efficientissimo modello di agricoltura industrializzata, arriva l’esempio di Christian Puglisi, chef e imprenditore che con i suoi ristoranti traccia un segno forte nella città di Copenhagen tutto improntato sulla stagionalità e sostenibilità. Nel nome le sue origini italiane e trapela qualcosa di italico anche nella scelta di produrre un ottimo gelato artigianale da Mirabelle e una pizza di ispirazione napoletana da Bæst. Migliore pizzeria del Nord Europa per la 50 TOP PIZZA del 2017.

 

Da alcuni anni il team di Puglisi si è allargato, anche fattoria con ortaggi e mucche da latte. Buonissimi i gelati a latte crudo e la produzione giornaliera di mozzarella.

 

La Farm of Ideas si trovava a poco meno di un’ora dalla città, visitata nell’estate del 2017 per partecipare a Seed Exchange, un festival che ha riunito comunità locali, i paladini dell’agricoltura biologica danese e nomi di spicco della scena culinaria internazionale. La prossima edizione, prevista dal 24 al 25 agosto avrà però una nuova sede, La Farm of Ideas si è spostata a Svanholm a 60 chilometri da Copenhagen nel distretto di Skibby. Una comunità che si fonda sui principi di sostenibilità e condivisione dove esiste una vasta produzione di alimenti biologici. La fattoria di Puglisi resterà autonoma e, già i primi semi sono stati piantati. Tra poche settimane i ristoranti del gruppo tra cui il Relæ e Manfred inizieranno a servire le prime verdure.

 

È stato il desiderio di comprendere maggiormente le i prodotti della terra e prenderne la responsabilità dalla semina al raccolto, questo ha ispirato Christian Puglisi nell’avviare Farm of Ideas nel 2016. Il sogno non era quello di diventare autosufficiente, ma di aumentare la qualità nelle cucine di Relæ, Manfred, Bæst e Mirabelle. Un desiderio di offrire cibo migliore consentendo agli chef di entrare in contatto con la materia prima. Permettendo loro di essere al centro dell’intero ciclo, dalla semina dei semi alla preparazione finale. “Portare lo chef in campo è un must per creare le basi per l’incontro tra gastronomia e agricoltura, con conseguente aumento della qualità dei prodotti. Coltiveremo questa relazione al fine di fornire cibo migliore ai nostri ospiti e consentire alla gastronomia di ispirare gli agricoltori a lavorare in una direzione più orientata alla qualità “. Questo è quello che ha creato lo chef e il suo vulcanico team. Un gruppo di lavoro che guarda oltre il business in un’ottica etica, offrendo qualità ed esperienze autentiche ai propri ospiti.

 

 

Di barbara Guerra

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