Pizza: Motore economico dell’agroalimentare italiano.Pizza: the financial engine behind the Italian agrifood business

I dati rilevati dal Centro Studi Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) su dati di Infocamere e Infoimprese. La produzione giornaliera in tutto il Paese è di 8 milioni di pizze e il fatturato annuo del settore è di 15 miliardi di euro per un movimento economico che supera complessivamente i 30 miliardi. Le imprese che vendono pizza in Italia sono quasi 127 mila di cui 76.357 sono veri e propri esercizi di ristorazione, 40mila sono ristoranti-pizzerie e circa 36.300 bar-pizzerie.

I pizzaioli impiegati nell’attività sono quasi 105mila, ma raddoppiano nel fine settimana. Dal punto di vista della suddivisione territoriale, il report economico della Cna registra in testa la Campania con il 16% delle attività, seguita da Sicilia (13%), Lazio (12%), Lombardia e Puglia (10%). Sorprendentemente il Paese dove maggiormente si esce al ristorante per degustare la pizza è il Brasile (29% delle prenotazioni), seguito dall’Italia (28%) e dalla Svezia (20,3%), mentre risultano meno prenotazioni in Spagna (6,8%).

I numeri non sono tutto, ma sono importanti e spesso spiegano in maniera schematica quelli che sono i fenomeni economici, come nel caso della pizza. Una cifra enorme quella del settore pizza, un movimento economico che supera complessivamente i 30 miliardi e che ha rivitalizzato l’agroalimentare italiano. A beneficiare di questo movimento sono i marchi dop, igp, igt, ma anche i presidi Slow Food e tutta una serie di piccolissimi artigiani.

Nessun movimento gastronomico, in questo momento in Italia, riesce a “sfornare” economia e qualità come per la pizza. Speriamo che questa tendenza duri.

di Albert Sapere – foto Andrea Moretti

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