Lo stile romano in teglia piace agli americaniAmericans love the Roman-style pan pizza

37 miliardi di dollari (dati del Dipartimento dell’agricoltura statunitense) nel consumo della pizza, praticamente un terzo del mercato globale è fatto negli Stati Uniti d’America. New York su tutte, la città americana con più pizzerie, a ruota Chicago.

 

Proprio le due città americane con il maggior numero di pizzerie e di consumo di pizza, hanno visto nell’ultimo anno una piccola rivoluzione che parla romano.  Prima l’apertura nella “Windy City” al 161 di Sangamon Street di Bonci, poi il bis al 1566 di Damen Avenue, con i suoi soci, Rick Tasman e Chakib Touhami, fondatori della celebre catena P.F. Chang’s negli anni novanta e poi True Food, incentrato sui prodotti organici

 

Intanto a New York, la famiglia Casella (Fabio e Ciro), storici proprietari della pizzeria San Matteo, che partiti da Salerno, hanno portato la tradizione italiana oltre oceano, aprivano con Anglo Iezzi PQR (pizza quadrata romana) al 1631 di Second Avenue in piena Manhattan.

 

Un vero e proprio fenomeno, che ha investito le due città americane e soprattutto i media americani, dal New York Times a Eater, hanno usato parole entusiastiche per descrivere queste nuove aperture.

 

Il vero successo di queste due realtà è stato il non scendere a compromessi, con due fili conduttori, qualità e italianità, anzi “romanità”.

 

Sarebbe stato semplice servire la classica “pepperroni” a slice, gli americani ne vanno letteralmente pazzi, ogni anno ne vengono consumati oltre 113 milioni di Kg, invece, proprio il discorso identitario ha premiato i due progetti.

 

Forse a sorpresa per i più, il popolo a stelle e strisce si scopre innamorato della teglia romana, forse anche più dell’Italia, perché la teglia romana è diffusissima solo nella capitale d’Italia, ma non molto presente nel resto dello stivale.  

 

PQR nella Grande Mela e i due locali di Bonci a Chicago, sono la dimostrazione che il mondo e gli “States” in particolare amano l’Italia, il cibo italiano, la nostra cultura, ma a patto che sia autentica, senza inganni e che restituisca uno spaccato veritiero. Non mi meraviglierei se altri imprenditori/pizzaioli, scegliessero di aprire oltre oceano, investendo sulla pizza in teglia romana.

 

 

Albert Sapere

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