Tavolo minuscolo, servizio rustico e posate solo su richiesta: stile dandy, volutamente minimal che si controbilancia con una pizza di qualità grandiosa, oggi tra le migliori in città. Gennaro, napoletano verace, si incontra con la parigina Carla a metà strada, nel cuore delle vie a scacchiera della movida subalpina: insieme si lanciano nell’avventura, al forno c’è lei. Pizza secondo liturgia: cornicione alto e scelta meticolosa degli ingredienti: poche pizze tutte gourmet e tre proposte che cambiano ogni mese, dal Piemonte arrivano: salsiccia di Bra a crudo (sic!) le pesche che spiccano uno stupefacente agrodolce ben riequilibrato dalla stracciatella. Da provare Mamm’ e Pompei (con il ragù napoletano), la ‘Voilà’ con cotto, tartufo e granella di nocciole e la Capatosta con stracciatella, soppressata e cipolla di Tropea. Da passeggio anche le varianti ‘a portafoglio’.