La nostra rassegna stampa offre una panoramica sul mondo della pizza: novità, curiosità, nuove aperture, consigli e tanto altro per restare in continuo aggiornamento.
Vediamo insieme quello di cui si è parlato in Italia dal 9 al 15 aprile 2019:
A cura di Bruna Sapere
• La pizza continua ad essere oggetto di sperimentazione, anche da parte dei grandi chef. Se l’anno scorso ci aveva pensato Cracco con la sua margherita, quest’anno è il turno dei fratelli Alajmo. La pizza al vapore del nuovo AMOR di Milano è proposta in sei varianti differenti, tra cui l’amatriciana, la vegana e la declinazione dolce con cioccolato fondente e nocciole; la versione più croccante, invece, è presente in menu con margherita e uovo e bacon. A differenza dei costi elevati del prodotto di Cracco, la pizza di Alajmo oscilla tra i 4,50 euro e i 6,50 euro. La rivoluzione di Denis Lovatel, dopo aver preso le redini delle pizzeria di famiglia Da Ezio ad Alano di Piave, riguarda invece la sostenibilità, la stagionalità e la lotta allo spreco, princìpi che ispirano il menu e rappresentano la filosofia di vita di Lovatel. La sua pizza è una tonda crunch: tonda come l’immagine di un prodotto tradizionale non tagliato a spicchi; crunch come il suono onomatopeico che si sente mangiandola e derivante dall’effetto croccante e fragrante che la caratterizza. Modernità è il termine che meglio descrive anche la pizza del Ristorante Pizzeria Il Veliero, a Casal di Principe, tra la piana del Volturno e l’agro-aversano. Impasto leggerissimo e gustoso con cornicione ampiamente alveolato che segue il trend del “canotto”.
Forbes – Dopo quella di Cracco, a Milano arriva una nuova pizza stellata
Fine Dining Lovers – Denis Lovatel: “La mia pizza contemporanea, sostenibile, di stagione”
Luciano Pignataro Wine&Food Blog – Il Veliero a Casal di Principe (CE)
• La tendenza di abbinare al cibo un cocktail, abitudine diffusa da tempo nei paesi anglosassoni, sta prendendo piede anche in Italia e inizia a fare capolino nel mondo pizza. Ne è un esempio Varnelli Pizza e Bistrot a Pompei. Il bel forno a vista, gestito da Antonio Onorato, sforna gustose proposte spaziando tra classiche e interpretazioni territoriali, tutte in stile moderno e dal cornicione pronunciato e leggero. In menu è ben evidente il suggerimento di un drink per ogni pizza, ad opera del bartender Francesco Varnelli. Anche Marco Rufini, chef e pizzaiolo di Casale Rufini a Gallicano nel Lazio, si distingue per gli abbinamenti, in questo caso piuttosto insoliti: in menu un’ampia sezione dedicata alle Pizze in gergo, così chiamate perchè ciascuna di esse è abbinata ad un nome ispirato al dialetto romanesco e ai modi di dire più comuni nei diversi quartieri della Capitale. La prima pizza in assoluto è stata “Non è pe’ cattiveria”. Ortaggi e salumi delle campagne circostanti, formaggi e guanciale di Amatrice, fiordilatte di Agerola e bufala del casertano arricchiscono la proposta.
Luciano Pignataro Wine&Food Blog – Pizza e Cocktail da Varnelli a Pompei
Luciano Pignataro Wine&Food Blog – Gallicano nel Lazio: le pizze in gergo romanesco di Marco Rufini
• L’offerta del capoluogo lombardo si amplia a vista d’occhio. Briscola Pizza Society annuncia l’apertura della nuova location in Corso Garibaldi. Questa inaugurazione, la sesta – cinque store sono a Milano e uno a Firenze – rappresenta per l’azienda un momento di crescita, nonché un avvicinamento all’espansione internazionale. Il nuovo punto vendita si sviluppa su tre livelli per 240 metri quadrati complessivi e si ispira ai club inglesi e alle confraternite universitarie. Anche Ciccio Filippelli è rientrato a Milano dopo una solida collaborazione presso una delle pizzerie meneghine più cool, Marghe, e una sosta di pochi mesi alla pizzeria Re Denari di Salerno. Dal 30 marzo infatti, ha preso ad accendere il forno della sua Marì, giovane e moderna pizzeria di quartiere. Ambiente colorato e originale, arredi vintage, valigie appese al soffitto, libri aperti sulle pareti, radio d’epoca a ricordare il tempo andato, ma che non passa mai di moda. Le pizze, di stile napoletano, gustose e profumate, si allontanano dalla tradizionale ruota di carro, ma non si spingono verso la deriva più moderna di canotti e sperimentazioni. In menu 9 proposte di cui quattro, le tradizionali, sempre presenti, una vegana che varia mensilmente e altre quattro che cambiano in base all’estro e alle stagioni.
MF Fashion – Trapani porta a cinque le location milanesi di Briscola pizza society
Luciano Pignataro Wine&Food Blog – Pizzeria Marì a Milano: Ciccio Filippelli e la sua pizza
• La grande attenzione verso tutto ciò che riguarda il mondo pizza ha permesso di ottenere numeri da record agli eventi che la vedono protagonista. La 28a edizione del Campionato Mondiale della Pizza, svoltosi a Parma dal 9 all’11 aprile, ha ospitato oltre 770 tra chef e pizzaioli, più di mille gare e 42 nazioni rappresentate. Riccardo La Rosa della pizzeria La Picea di Levanto si è classificato primo nella categoria della pizza classica con la sua Profumi liguri, mentre per la versione in teglia il campione del mondo è Angelo D’Intino di Made in Italy a Cepagatti. Nella categoria della pizza napoletana Stg ha vinto Lorenzo Collovigh della Wellpizza Eatalia di Udine con la sua marinara. Il Campionato si è concluso con una dedica speciale alla capitale europea della cultura 2019: ci ha pensato Graziano Bertuzzo con “Una pizza per Matera“. Edizione da record anche per La Città della Pizza: 35mila visitatori tra appassionati, curiosi, giovani e famiglie. A conquistare il pubblico, la massiccia presenza di grandi nomi del panorama nazionale e la qualità dell’offerta messa in campo nei 6.000 mq di Ragusa Off a Roma. Oltre 64 maestri pizzaioli, arrivati da ogni angolo del Paese e chiamati a creare più 100 diversi tipi di pizza, hanno sfornato 43mila proposte in tre giorni.
Repubblica di Parma – Parma, Riccardo La Rosa è il pizzaiolo campione del mondo
Repubblica di Parma – Una pizza per Matera: da Parma l’omaggio alla capitale europea della cultura
Luciano Pignataro Wine&Food Blog – La Città Della Pizza, edizione dei record: visitatori a quota 35mila, i pizzaioli finiscono i panetti
• “Può un pizzaiolo diventare famoso e di moda al pari di uno chef, di un ristorante Michelin o di un brand? Se si tratta di Franco Pepe sì, tutto è possibile. L’ascesa inizia quando Pepe in Grani a Caiazzo, anno dopo anno, fa il pieno di clienti e scala le classifiche italiane fino ad aggiudicarsi il primo posto di 50 Top Pizza, la guida ufficiale delle migliori pizzerie d’Italia”: queste sono le parole utilizzate da LuxGallery Magazine per descrivere Franco Pepe, il quale si racconta in un’intervista spaziando dalla nuova AnaNascosta al menu funzionale, partendo da Pepe in Grani fino a La Filiale. Il suo talento e la sua visione moderna gli hanno consentito di ottenere una prestigiosa carica al merito: Il 2 giugno sarà nominato Cavaliere della Repubblica, titolo per la prima volta conferito dal Capo dello Stato Sergio Mattarella ad un pizzaiolo, artigiano del gusto. Il Quirinale premia così un progetto nato nel 2012 nell’entroterra campano e che offre lavoro stabile e internazionalità a 40 ragazzi nei vicoli del centro storico di Caiazzo, oggi visitato da appassionati gourmet di tutto il mondo, dagli Emirati Arabi al Giappone.
Lux Gallery – Intervista a Franco Pepe, il pizzaiolo più amato d’Italia
Il Mattino – Il pizzaiolo Pepe diventa cavaliere della Repubblica